di Maria Sanchez Pulido

Solo 1 anno fa, la mia situazione era molto diversa da adesso: ogni giorno mi svegliavo presto, mi facevo la doccia, mi preparavo e facevo un’ora di metro per arrivare al mio ufficio, un edificio di 43 piani nel cuore di Madrid, sede della multinazionale per la quale lavoravo. Passavo 9 ore del mio tempo lì, davanti a un computer, in un seminterrato senza finestre. Dovevo indossare abiti “Business style” (cioè “vestiti non comodi”). Quando finivo, viaggiavo un’altra ora in un metrò affollato (pur essendo già in tempi di covid) per arrivare a casa mia, un quarto piano senza ascensore, di 60 mq, che io e le mie due coinquiline chiamavamo affettuosamente “scatolina di fiammiferi” (date le dimensioni). Era alla periferia di Madrid, e non è che fosse uno dei migliori quartieri della città.

Poi a casa, preparavo il cibo per il giorno successivo, facevo alcuni lavori domestici e mi preparavo per andare ad allenarmi a rugby. Mi allenavo per 2 ore, tornavo a casa, cenavo e andavo al letto. E il giorno dopo, ricominciavo.

“Non ho tempo” era una delle mie frasi più frequenti quando mi veniva presentata una proposta. Questo concetto mi perseguita da sempre. Anche prima di entrare nell’età adulta. Ho sempre voluto fare più cose di quelle consentite dal mio tempo. E c’era sempre qualche “responsabilità” che mi allontanava dai miei desideri.

Ora, un anno dopo, la mia vita è cambiata radicalmente, ho potuto dimenticarmene un po’ di questo. Posso dire che ho molto tempo!! Se ci penso, fisicamente, ho lo stesso, ma cosa cambia? Che ora posso dedicarlo a quello che voglio, che mi soddisfa e per cui mi sento gratificata.

Durante i quasi 9 mesi in cui sono stata in questo progetto ho dedicato il mio tempo principalmente a due campi.

• Da un lato, il lavoro volontario nei centri con disabili o migranti. Quella che, diciamo, è in qualche modo l’attività che “Muovimente” propone. Niente uffici, niente grandi città, niente vestiti scomodi e niente 11 ore dedicate al lavoro.

• Dallfoto articolo maria‘altra parte, lavorando con me stessa su tante cose a cui per tutta la vita ho dovuto rinunciare perché “non avevo tempo”. Non si può vivere sempre così?

Dai due tipi di attività esco arricchita in ogni senso; sto imparando a vedere la vita da un’altra prospettiva; e sto incontrando persone che lasciano un segno, quelle che vuoi nella tua vita.

C’era chi mi diceva che non era più tempo per me di fare questo progetto, che ero troppo vecchia, che a 30 anni avrei dovuto pensare ad altro. Ma chi, se non io, decide quando voglio fare cosa? Chi, se non io, può controllare IL MIO tempo?

Ed eccomi qui, 31 anni, a vivere un’esperienza che non avrei mai immaginato, imparando una nuova lingua, nuove realtà lontane dal mio ambiente di fiducia, conoscendomi, vivendo il presente, guardando al futuro e grata alla vita per avermi data questa opportunità… Non è mai troppo tardi per iniziare i progetti.